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[…] Il numero degli atomi è tanto grande che se ne troverebbe
                                                               sempre uno la cui storia coincida con qualsiasi storia comnciata a
                                                             capriccio. Potrei raccontare storie a non finire, di atomi di carbonio
                                                              che si fanno colore o profumo dei fiori, di altri che, da alghe minute

                                                                   a piccoli crostacei, a pesci via via più grossi,ritornano anidride
                                                             carbonica nelle acque del mare, in un perpetuo spaentoso girotondo
                                                             di vita e di morte, in cui ogni divoratore è immediatamente divorato;

                                                                 di altri invece che raggiungono una decorosa semi-eternità nelle
                                                              pagine ingiallite di qualche documento di archivio, o nela tela di un

                                                                pittore famoso; di quelli a cui toccò il privilegio di far parte di un
                                                              granello di polline, e lasciarono la loro impronta fossile nelle rocce

                                                                        per la nostra curiosità; di altri che discesero a far parte dei
                                                              misteriosi messaggeri di forma del seme umano, e parteciparono al
                                                             sottile processo di scissione ,duplicazione e fusione da cui ognuno di

                                                                                                                              noi è nato. […]
                                                                           Primo Levi, Il sistema periodico,capitolo Carbonio, 1975

                         COLLEZIONE 2

La collezione naturalistica attualmente in esposizione consta di una sezione botanica,

una litomineralogica e una strumentaria. I componenti della strumentaria con i

diversi corredi risultavano fruibili nello studio delle molteplici discipline

naturalistiche. Fanno parte della strumentaria 3 microscopi dei primi anni del XX

secolo di rilevante pregio corredati di una serie di preparati microscopici, 3

stereoscopi per la visione tridimensionale di piccole fotografie, un tellurio a

manovella funzionante, una serie di fotografie su lastrine di vetro di cui

particolarmente importanti quelle raffiguranti macchie solari del 1917, una macchina

pneumatica a mercurio, un bagnomaria e un estrattore. I campioni mineralogici sono

77, quelli litologici 72; entrambi fanno parte di una ben più ampia collezione

riservata all’uso didattico. I campioni esposti sono organizzati in ordine sistematico.

La geologia laziale risulta ampiamente rappresentata dalle rocce; i minerali

costituiscono esemplari di grande valore per i cristalli ben sviluppati e con abito

cristallino riconoscibile. I 30 modelli fiorali in cartapesta e legno esposti in ordine

sistematico, oltre che raffinati manufatti, presentano un rigore scientifico nella

costruzione avvenuta sicuramente sotto l’attenta regia di un esperto. Anche le 10

carte tematiche e le scatole botaniche risultano particolarmente significative e,

insieme con i componenti degli altri ambiti, permettono di intravedere percorsi

didattici del passato costruiti con grande cura.
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